CCNL 2016/2018 ''Una firma tecnica ad un contratto che non ci rappresenta''
Arturo Maullu - Coordinatore Generale del Dipartimento Università della FGU GILDA UNAMS
Una firma tecnica che ha come unico scopo quello di poterci consentire di essere partecipi sui tavoli di trattativa di II° liv. negli atenei ove siamo presenti, con l’intento di poterlo migliorare nei limiti del possibile.
Dopo un blocco della contrattazione durato oltre otto anni ci saremmo aspettati tutti un altro CCNL, ma così non è stato, e non certo per colpa nostra.
Le riforme introdotte nel periodo del blocco, dalla cosiddetta “Legge Brunetta” legge 150/2009, alla riforma Madia del 2017, così come lo stravolgimento dei Comparti di contrattazione tendenti soprattutto a limitare la sfera d’azione dei sindacati in generale ed in particolare di quelli non allineati alle politiche filogovernative di CGIL-CISL-UIL, hanno segnato la peggiore stagione in tema di diritti dei lavoratori.
Per il nostro sindacato è stato quindi il primo CCNL nel nuovo mega comparto Istruzione e Ricerca sotto la nuova sigla FGU, la Federazione Gilda Unams con la quale avevamo già rapporti di collaborazione da oltre dieci anni con reciproca soddisfazione e dove abbiamo trovato collocazione definitiva come Dipartimento Università, con piena autonomia relativamente alle problematiche inerenti il mondo universitario.
In tale veste abbiamo partecipato agli incontri al MIUR sfociati poi nella redazione dell’Atto di Indirizzo necessario per l’avvio del rinnovo del CCNL, di cui una ‘’parte comune’’ da applicare a tutti e quattro gli ex Comparti confluiti poi nel più grande del P.I., Istruzione e Ricerca appunto, e quattro diversi Atti di Indirizzo che avrebbero affrontato le problematiche specifiche degli ex Comparti confluiti.
Almeno due dei punti contemplati nell’Atto di Indirizzo che riguarda il ns comparto, sono derivanti da nostre specifiche proposte, quali: la necessità di definire un nuovo ordinamento professionale, affrontare in modo definitivo le problematiche inerenti il personale che opera presso le AOU ed in parte anche la proposta dell’unificazione dei fondi di tutte le categorie, nonché dare soluzione al problema dei CEL in modo che non debbano avere un trattamento differenziato rispetto a quelli che, svolgendo in pratica lo stesso lavoro, sono stati inquadrati a seguito di diverse sentenze, nell’ambito della docenza.
Com’è noto, la ‘’parte economica’’ invece, in via del tutto arbitraria e per la prima volta in modo disgiunto dalla trattativa sul rinnovo dei CCNL, venne trattata dal governo (ed in via esclusiva) con CGIL-CISL-UIL e Conf.SAL nel novembre del 2016 dove fu stabilito a priori l’entità dell’aumento, quei famosi 85 euro lordi, che poi, com’è noto non sono stati effettivamente dati a tutti, ed in particolare nel nostro Comparto.
Risultava quindi difficile presentare un CCNL che nelle fasi finali, per lo più ''accelerate’’ per esigenze politiche della maggioranza di governo dell’epoca perché contava di portare a casa quello che riteneva un risultato importante e politicamente premiante, appunto la firma dei contratti del Pubblico Impiego.
Questi contratti che non hanno ridato piena dignità alla funzione sindacale quale effettiva parte contraente, che non hanno concesso neppure un sia pur parziale recupero economico conseguente al blocco di otto anni e soprattutto in quello che ci riguardava ovvero il CCNL Istruzione e Ricerca, non trattava in nessuna delle sue parti i punti indicati nell’Atto di Indirizzo, in pratica, la vera sostanza del CCNL, veniva rimandata a una discussione successiva, su tavoli che si sarebbero dovuti attivare ‘’immediatamente dopo la firma’’ che era urgente apporre prima del 4 marzo, data delle elezioni politiche.
Quale premio abbia dato a questa miope ed affrettata conclusione, visto il risultato delle elezioni politiche ne siamo tutti al corrente, così come sappiamo bene come sono andate le successive, per noi importantissime elezioni per il rinnovo delle RSU del 17-18-19 aprile 2018, che ha visto un vero e proprio tracollo delle parti politiche e sindacali che hanno gestito e sottoscritto senza fiatare questa tornata contrattuale.
La FGU ha valutato negativamente le modalità poste in essere per il rinnovo del CCNL, ha contestato la parte economica e la mancata attuazione dei pochi punti indicati negli Atti di Indirizzo e soltanto a fine aprile ha accettato di apporre una ''firma tecnica'' ad un contratto che ha disatteso totalmente le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici del nostro Comparto, una firma tecnica che ha come unico scopo quello di poter consentire alla ns sigla di essere presente sui tavoli di trattativa di II° liv., con l’intento di poter migliorare il CCNL nei limiti del possibile, così come sui tavoli tecnici se e quando si attiveranno presso l’ARAN.
Arturo Maullu
Coordinatore Nazionale - Dipartimento Università della FGU GILDA UNAMS
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